È il mio corpo che parla

Il nostro organismo ci consente di muoverci nello spazio, ma possiede anche un’importantissima funzione comunicativa: le posture, gli sguardi, i gesti esprimono ciò che siamo e quello che proviamo. Possiamo addirittura stabilire di sospendere il canale verbale, ma anche senza il nostro consenso, nel silenzio, il corpo “parla”, si esprime in maniera anche più chiara attraverso il movimento e l’espressione non verbale, anticipando quella verbale, accompagnandola o contraddicendola. Il corpo non mente!

In psicoterapia si parte da questo presupposto prendendo quindi in considerazione non solo il disagio psicologico del paziente, ma anche e soprattutto la “manifestazione” fisica del “problema”, cioè così come si manifesta nella struttura corporea e nei movimenti. L’attenzione del terapeuta non rimane solo a livello verbale, ma anche a livello fisico. Un soggetto è un intero ed è composto da un corpo, emozioni, pensieri, sensazioni e percezioni: tutti questi elementi funzionano in maniera connessa, sono un tutt’uno inscindibile. 

“Il tutto è più della somma delle sue parti”, è un’espressione che sta ad indicare che l’individuo non può essere considerato solo all’interno di uno dei suoi aspetti, come per esempio il suo sintomo: la persona non è il mal di testa, non è l’emozione che prova in quel momento, ma è qualcosa di più della somma di tutte le sue caratteristiche.  

Nella pratica psicoterapeutica della Gestalt non si presta attenzione soltanto alla “narrazione”, al racconto del problema del paziente o in generale alle dichiarazioni del suo disturbo, non ci si occupa esclusivamente dell’aspetto verbale, ma si osservano molti altri tipi di segnali, tra i quali quelli corporei, per esempio come respira, come e se si muove mentre si esprime, la sua postura, come guarda, il linguaggio che usa, come si veste, ecc., e inoltre anche il tipo di emozione che sperimenta, sia che ci sia o che non ci sia. La congruità del comportamento con ciò che il paziente dichiara, per esempio se magari sorride mentre parla di rabbia o ha l’aspetto triste quando afferma che va tutto bene. Si presta attenzione ai pensieri che gli passano per la testa invitandolo a dichiararli. Non ci si può occupare soltanto di una parte dell’individuo ma bisogna comprendere che c’è un collegamento con tutte le altre parti.

 

“…la divisione mentale-fisica o corpo-mente è totalmente artificiale e che concentrarsi su uno dei due termini nella dicotomia è preservare la nevrosi, non curarla”. (F. Perls)

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