Lo specchio di Alice

Lo specchio di Alice

Verso un rapporto autentico e nutriente con sé stessi.

Programma sul trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. 

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) – ridefiniti dal DSM-5 Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione – sono un gruppo di condizioni estremamente complesse, caratterizzate da anomalie nei comportamenti di alimentazione, da un eccesso di preoccupazione per la forma fisica, da alterata percezione dell’immagine.  

I disturbi alimentari nella varietà della loro forma, associazione e complicanze, sono manifestazioni di un disagio complesso che coinvolge la sfera individuale, familiare e personale. L’evoluzione dei DCA è estremamente mutevole: non basta la normalizzazione del peso, del comportamento alimentare, l’assenza di abbuffate o di altri comportamenti perché si possa parlare di “guarigione”. I sintomi rappresentano la punta di un iceberg, di un disagio che si esprime attraverso il corpo, che diventa “megafono di una richiesta di amore”. Lì dove i sintomi possono apparire simili, i problemi alimentari sono intrecciati in modo diverso nella vita e ogni persona ha i propri vissuti e la propria criticità. Un disagio così profondo e personale richiede una ri-scoperta e ri-costruzione del sé partendo dalla narrazione della propria esperienza, andando verso la ri-strutturazione di legami nutritivi.

A CHI È RIVOLTO?

Il programma è rivolto a adolescenti e adulti con diagnosi di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. In particolare, è indicato nei casi di:

  • Anoressia nervosa
  • Bulimia nervosa
  • Binge Eating Disorders (BED)
  • Obesità
  • Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza e con specificazione.

OBIETTIVI 

L’obiettivo generale del programma si può sintetizzare con l’espressione: “DALLA FAME D’AMORE AL NUTRIMENTO PER SÉ!”. Nello specifico il programma si orienta verso:

  • Accompagnare la persona a riconsiderare la sua relazione con il cibo;
  • Ridefinire e ristrutturare il concetto di alimentazione; 
  • Facilitare il processo di presa di consapevolezza delle proprie emozioni e vissuti e affrontare i reali problemi alla base del disagio psicologico;
  • La crescita dell’individuo in termini di assunzione di responsabilità sulla propria vita;
  • Rafforzare le capacità di proattività dei pazienti, riacquistando un rapporto autentico non solo con il cibo, ma soprattutto con sé stessi.

METODOLOGIA

S’intende utilizzare una metodologia multidisciplinare che ha come focus la persona e la relazione. Sarà un intervento clinico orientato dai principi della Psicoterapia della Gestalt attraverso un approccio multidisciplinare integrato come indicato dal Ministero della Salute e dalle Linee Guida nazionali ed internazionali. 

Con l’intento di mantenere continuità nella cura e creare rete con i professionisti che seguono dal punto di vista clinico – nutrizionale la persona, l’approccio mira altresì al coinvolgimento della rete familiare, microcosmo nel quale questo disagio nasce cresce e matura, e sociale in cui l’individuo è inserito.

I colloqui preliminari serviranno non solo ad analizzare insieme alla persona il percorso, ma sono anche volti ad aprire uno spazio di parola per lavorare sulla domanda, mettendo in luce la motivazione che spinge la persona a intraprendere un percorso.

ATTIVITÀ

Il programma si articola in percorsi psicopedagogici, psicoterapia individuale, di gruppo e familiare, laboratori creativi. L’intero percorso ha una durata di quattro mesi. 

Le attività riguarderanno:

  • Terapia di gruppo: incontri tra persone con storie diverse, vissuti unici, ma unite nella sofferenza. La terapia di gruppo offre uno “spazio” di ascolto, accoglimento e comprensione reciproca attraverso la condivisione di esperienze, pensieri ed emozioni. Mira ad ampliare la consapevolezza dei propri vissuti, l’accettazione di sé e dell’altro attraverso la sospensione del giudizio e la condivisione di emozioni; la persona così potrà sperimentare una relazione di fiducia. La terapia di gruppo comprende anche laboratori creativi: momenti di condivisione di vissuti attraverso attività creativo – espressive, che forniscono la possibilità di raccontarsi, esprimersi senza giudicarsi e giudicare, favorendo l’ascolto di sé e della propria esperienza emotiva.

  • Terapia familiare: incontri di terapia familiare con la famiglia d’origine e/o di appartenenza del partecipante al programma. Sarà un momento di incontro per ricostruire insieme al paziente e ai suoi familiari gli effetti e il cambiamento che il sintomo ha portato nei singoli individui e nel sistema familiare, ponendo attenzione alle emozioni in gioco e alle dinamiche relazionali.

  • Laboratori creativi: momenti di condivisione di vissuti attraverso attività creativo- espressive, che forniscono la possibilità di raccontarsi, esprimersi senza giudicarsi e giudicare, favorendo l’ascolto di sé e della propria esperienza emotiva.

La cura del disagio psicologico procede di pari passo con la cura della sintomatologia alimentare. Il personale medico-specialistico svolge il ruolo di monitoraggio della condizione clinica coinvolgendo il paziente nella presa di coscienza della sua condizione clinica.